lunedì 23 marzo 2009

La disoccupazione non esiste

L’ISTAT dice che il tasso di disoccupazione nell’ultimo anno è salito dal 6.1 al 6.7%. I dati sulla disoccupazione in Italia "sono i migliori" nel contesto europeo. Lo ha affermato Berlusconi in una conferenza stampa alla fine dei lavori del Consiglio europeo. Come può sostenere una simile bestialità senza che nessuno si indigni? In fondo, se ci prendono per idioti è solo colpa nostra.
Nell’ultimo anno è aumentata la disoccupazione nelle nazioni della zona-euro. Secondo Eurostat, il tasso dei disoccupati è salito al 7,8% con forti differenze (dall’Olanda 2,7%, alla Spagna 13,4%). Il tasso di disoccupazione americano è del 6,7%, quello giapponese 3,9%.
Come può sostenere B. che stiamo meglio degli altri Paesi europei? I numeri sembrano dargli ragione: il tasso di disoccupazione italiano è più basso della media europea. Le statistiche però vanno lette, perché dietro un numero sono nascoste molte altre storie. Così è per la disoccupazione, un rapporto tra due numeri: tra chi cerca lavoro o un lavoro l’aveva e l’ha perso e forza lavoro, cioè le persone disposte a lavorare. Se la situazione generale peggiora e uno si scoraggia e smette di cercare lavoro, il tasso di disoccupazione scende! Gli "scoraggiati" sono persone senza lavoro che a domanda dell’ISTAT: “Perché non sta cercando lavoro?” barrano la X su “Ritiene di non riuscire a trovarlo". Per evitare questo problema che offre statistiche inaffidabili, gli economisti suggeriscono di guardare al tasso di occupazione. Ancora un numero: stavolta tra chi lavora e chi è disposto a lavorare.
E qui arriva l’inghippo: il tasso di occupazione italiano è tra i più bassi in Europa. Secondo l'Eurispes da noi è il 58,7%, inferiore di otto punti percentuali rispetto ai Paesi dell’euro, pari al 67%. Tradotto in numeri, se il tasso di occupazione fosse paragonabile a quello europeo, equivarrebbe a tre milioni di posti di lavoro in meno. Il tasso di disoccupazione reale sarebbe compreso tra l’11 ed il 13%. Non c’è lavoro.
Qualcuno dica ai nostri politici di voltarsi: il futuro è dall’altra parte, loro guardano al passato, non dobbiamo permettergli di rubare il domani dei nostri figli. Gli perdoneremo così anche le stupidaggini sulla disoccupazione e sulle presunte tremontiane “previsioni” sulla crisi: Ministro non ci voleva Nostradamus, stavolta, bastava il mago Otelma. Un abbraccio.

Mauro Gallegati, Facolta' di Economia Giorgio Fua' dell’Universita' Politecnica delle Marche

fonte beppegrillo.it