lunedì 13 ottobre 2008

No al nucleare in un click


Ci sono scelte semplici. Si prendono tra una soluzione molto conveniente e una del tutto sconveniente. In realtà sono non scelte. Scegliere implica decidere. Decidere, anche etimologicamente, significa operare una recisione. E recidere, ovvero tagliare i legami, costa dolore. Una scelta facile è un’ovvietà, non costa nessuna fatica. Quindi è un senso unico, una direzione obbligata. L’altra soluzione in realtà non è tale, un po’ come gli altri candidati alle ultime primarie bluff del PD meno L. Non erano primarie: erano secondarie. L’unico candidato era Veltroni. L’unico a presentarsi ovunque, dalla televisione ai giornali. Un anticipo del Veltrusconismo moderno, la consacrazione della casta in un unico e definitivo movimento: Per il Male Comune. Il Male Nostruum, nel senso che è il nostro male.

Poi ci sono scelte complesse, o meglio: Scelte. Quelle vere. Si prendono tra due soluzioni che devono essere vagliate attentamente. Costano dolore. Il dolore è dovuto proprio al fatto che si deve abbandonare una strada a favore della seconda, anche se la prima aveva dei vantaggi, ai quali bisogna saper rinunciare. Se facciamo passare una scelta vera, che è cosa complessa, per una non scelta, cioè per una scontata ovvietà di cui non vale la pena parlare, allora abbiamo un problema.

Sarà un caso che il Piano di Rinascita Democratica prevedesse esplicitamente il ritorno al nucleare, insieme all’utilizzo dell’esercito e all’attacco frontale alla magistratura? Sarà un caso che gli esponenti della loggia massonica deviata Propaganda Due oggi siano al governo e stiano riproponendo il piano del grande maestro Licio Gelli? Forse…

Quello che è certo, è che stiamo facendo passare la scelta tra il ritorno al nucleare e gli investimenti in energie rinnovabili come un’ovvietà, una non scelta. Ergo abbiamo un problema.

Per tentare di risolvere questo problema, il movimento civico Per il Bene Comune lancia un sasso nello stagno, agita disperatamente le braccia dal deserto cui è ridotta l’informazione, cercando di richiamare l’attenzione dei soccorsi. I soccorsi siamo noi, l’opinione pubblica. Dobbiamo dare vita ad una nuova Notte Dei Cristalli, solo che non sono i cristalli delle vetrine dei negozi a dover essere distrutti, ma i cristalli dei televisori, gli schermi delle tv al plasma, gli LCD che diffondono verità programmate trent’anni fa. Ci vuole un rogo come quelli accesi nelle notti di maggio del 1933, ma al posto dei libri dobbiamo bruciare i telecomandi. Dobbiamo cominciare subito. Se andate a fare visita a un amico, togliete di nascosto le pile ai suoi telecomandi. Tagliategli il cavo di alimentazione del televisore, senza farvi vedere. Darà la colpa a un topo. Non un topo di biblioteca, no... Un topo di internet! I topi hanno incisivi fortissimi. Devono quindi incidere. Fate lo stesso con mamma, papà, zii, nipoti. Dove passate voi, non un solo tubo catodico deve restare acceso. Per Natale, regalate chiavette USB con il collegamento a internet. Sotto l’albero, fate trovare un modem. Se siete poveri, regalate un file zeppo di bookmarks di siti interessanti. Liberiamo l’informazione oppressa dalle catene dei media. Che corra libera e selvaggia nelle praterie di bit.

Cominciate subito: firmate e fate firmare la petizione per dire no al nucleare. Non possiamo più stare a guardare. I nostri bambini non se lo meritano.

(fonte Byoblu.com)

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